Foto: wired.it

L’abolizione del bollo auto è da ormai diversi mesi un tema di discussione piuttosto acceso in Italia, considerando soprattutto che per compensare i mancati introiti la proposta sul tavolo è al momento quella di aumentare le accise sui carburanti: lecito domandarsi, a questo punto, quanto e come quest’operazione possa incidere sulle tasche dell’automobilista italiano.

A fornirci una risposta è la Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre, la quale sottolinea come l’aumento delle accise, necessario a compensare i 6.1 miliardi di euro di gettito generati dal bollo, sarà pari a 0.16 € per litro di carburante. Una cifra pari a più del 10 % dei prezzi attuali alla pompa, che porterebbero vantaggi principalmente ai possessori di vetture di grossa cilindrata, i quali percorrono mediamente pochi chilometri. A rimetterci indipendentemente dalla cilindrata sono coloro che percorrono con la propria auto percorrono più di 20.000 km/anno.

Per illustrare la situazione, la Cgia ha anche approntato diversi esempi. Il primo riguarda un’auto a gasolio con cilindrata di 1.900 cc, la quale paga attualmente 227 € all’anno di bollo. Il proprietario perderebbe, tenendo conto dei consumi del veicolo e dell’aumentato costo del carburante, il beneficio dell’abolizione superata la soglia dei 20.000 km. Soglia valida anche nel caso di una vettura benzina con cilindrata minore (1.600 cc) che paga attualmente 199 € di bollo. La situazione peggiora considerando una vettura di piccola cilindrata: per un benzina da 1.200 cc la soglia si abbassa a 15.000 km.

L’abolizione , secondo la Cgia, penalizzerà soprattutto chi usa l’auto per motivi professionali: nel mirino taxisti, agenti di commercio, autonoleggiatori e piccoli trasportatori. Categorie (a cui vanno aggiunte quelle degli artigiani) per cui la vettura è imprescindibile finirebbero dunque per pagare le maggiori conseguenze.