Fonte: clubalfa.it

Nei mesi scorsi, come tutti ben ricorderanno, Volkswagen si era trovata al centro delle polemiche causate dallo scandalo sui motori turbodiesel “manomessi” per falsare i test anti-inquinamento negli Stati Uniti. Il tutto venne sintetizzato nella parola “dieselgate” che, per molti giorni, è stata nella mente di tutti gli appassionati di motori. Ieri, a distanza di qualche tempo, l’eco dello scandalo è aumentato nuovamente per una notizia che ha, di fatto, provocato un altro giro di polemiche e fatto arrabbiare chi possiede un’auto dell’importante Gruppo tedesco.

Infatti, Volkswagen non avrebbe nessuna intenzione di risarcire i clienti europei, colpiti dallo scandalo, ma solo quelli americani. Un trattamento impari che non è piaciuto a nessuno. L’azienda con sede a Wolfsburg, come spiegato dal CEO Mathias Mueller al quotidiano teutonico “Die Welt”, si è giustificata dicendo come “Non c’è bisogno di un matematico per capire che un rimborso danni di questo tipo schiaccerebbe Volkswagen”. (Per la cronaca, l’accordo con le autorità USA è stato trovato su una base di risarcimento pari a 14,7 miliardi di dollari). Dunque, una presa di posizione chiara e netta, capace di danneggiare tutti quei clienti europei che possedevano, e possiedono, un veicolo facente parte dell’azienda. Secondo Volkswagen, un risarcimento per l’Europa (che ha alzato la voce tramite la commissaria Ue al mercato interno Elzbieta Bienkowskasarebbe ndr) è inaffrontabile.

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E in Italia? Il Codacons, per bocca del suo presidente Carlo Rienzi, su questo argomento ha dichiarato: “Tutti i proprietari di auto Vw sono stati danneggiati allo stesso modo in relazione alle emissioni falsificate – afferma il presidente Carlo Rienzi – È intollerabile che negli Stati Uniti gli automobilisti riceveranno maxi-indennizzi mentre in Italia l’unica speranza è riposta nella class action avviata dal Codacons – l’unica azione collettiva promossa nel nostro paese per lo scandalo dieselgate – dinanzi al Tribunale di Venezia. Il Ministero dello sviluppo economico deve attivarsi subito per avviare i negoziati con la Volkswagen e giungere ad un accordo analogo a quello siglato negli Usa, inchiodando la casa automobilistica alle proprie responsabilità” – conclude Rienzi.

Intanto, appresa la notizia, sui social è partito lo sfottò tra i possessori di veicoli Volkswagen e quelli italiani, con i cosiddetti “Alfisti” scatenati sull’argomento. In alcuni post, qualcuno fa sfoggio dell’orgoglio nato per le case automobiliste italiane, con in testa l’Alfa Romeo, mentre in altri qualche utente invita tutti i clienti del gruppo tedesco a cambiare auto e ad affidarsi alle case italiane. Ovviamente, questi appelli hanno trovato la porta sbarrata. Che dire, il dieselgate farà ancora discutere.