Credits: Stefano Canino

I motori sono una cosa meravigliosa. Basta saperli rispettare e il divertimento è assicurato. Mio padre lo dice sempre e non posso biasimarlo. A lui le gare con qualsiasi veicolo sono sempre piaciute. Non importa se in palio c’è il trofeo della festa patronale o altro. L’importante è ascoltare quel sound capace di isolarti dal resto del mondo. Anche solo per pochi secondi. Perché anche le auto, le moto, secondo lui, hanno un’anima. Ho capito una cosa, con il passare degli anni: molte persone, anche giovanissime, la pensano come mio padre. La Formula 1, la MotoGP, i rally, attirano l’attenzione perché sono sono le competizioni più famose, ma l’amore per la cronoscalata, credetemi, è grande più di un oceano. In Italia, sempre più sportivi, preferiscono il suono di quelle auto impegnate in salita, nei percorsi tortuosi.

Non so i motivi, anche se posso facilmente intuirli: il paesaggio, sempre bellissimo in tutto il «Belpaese», che da quel tocco in più a una competizione automobilistica affascinante; oppure ci sarebbe anche lo stesso suono del motore di ogni auto, messo sotto sforzo in quei minuti di scalata; le stesse vetture, trasformate in tutto e per tutto: dal già menzionato motore, all’estetica, passando per gli interni e i fari oscurati di quel nero opaco. Uno spettacolo nello spettacolo, verrebbe da dire.

Me le ricordo, dall’età di sei anni, quelle scalate seguite da tantissime persone. Veri e propri appassionati che, ogni anno, si spostano da una zona all’altra dell’Italia con un unico obiettivo: il divertimento. E la mia mente nostalgica va immediatamente a quelle cuffie, acquistate per l’occasione per cercare di coprire il rumore dei vari propulsori montati sulle straordinarie vetture. Quelle auto che sfrecciavano a 130/140 km/h in strade, chiuse per l’occasione, che calzavano a pennello per la competizione. Ero piccolo, ma capivo che una delle mie grandi passioni sarebbe stata racchiusa lì, su quei percorsi che, ancora oggi, conosco a memoria.

Da quegli anni, tuttavia, le cronoscalate hanno registrato sempre più successo. Soprattutto dall’inizio degli anni 2000, dove l’elettronica ha iniziato a farla da padrone, modificando, in meglio, i motori installati sulle auto. Un’altra caratteristica di questa competizione, oltre a tutto quello che avete letto, è anche quella dei marchi di auto. Se ognuno di noi ci fa caso, le vetture maggiormente usate per svolgere le varie manifestazioni sono quasi sempre uguali. La Renault 5, la Fiat 126, Peugeot 106, la storica Talbot, la Fiat 500, la Ford Escort, l’Alfa Romeo 155 in ogni gara, fanno la parte dello squalo. Il motivo, probabilmente, va ricercato nella predisposizione dei mezzi citati poc’anzi, facilmente adeguabili a questo genere di eventi.

A livello prettamente agonistico, vengono disputati diversi tipi di campionati, con il CIVM (Campionato Italiano Velocità Montagna) tra i più seguiti dell’intero panorama nazionale. Tale competizione, tuttavia, fa da contorno, se così posso affermare, alle varie gare che, ogni settimana, specialmente nella stagione estiva, si organizzano in varie parti d’Italia. Un successo sempre in crescendo grazie ai tanti attestati di stima degli appassionati. Con buona pace della Formula 1 e della MotoGP, sport seguiti in tutto il mondo, ma meno emozionanti delle cronoscalate.