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Emergono di giorno in giorno sempre più dettagli sullo scandalo che ha travolto Volkswagen sul finire della scorsa settimana. L’EPA,agenzia di protezione dell’ambiente statunitense,aveva infatti accusato la casa tedesca di avere falsato i risultati dei test sulle emissioni dei motori diesel qui venduti come 2.0 TDI. Le notizie che giungono adesso sono preoccupanti, non solo perchè Volkswagen ha ammesso le sue colpe, ma anche perchè il numero dei veicoli coinvolti è passato dagli iniziali 550000 a una stima di 11 milioni. Una cifra che ci porta chiaramente fuori dai soli Stati Uniti(in cui, ricordiamo, il diesel non incontra le preferenze dei consumatori ed è parecchio osteggiato anche da norme antinquinamento diverse dalle nostre) e proietta il problema su scala globale. Includendo quindi anche vetture che molti di noi guidano quotidianamente.

Ma andiamo con ordine: come è stato possibile per Volkswagen aggirare un’intera normativa? La risposta è molto semplice. Come è noto,al giorno d’oggi è possibile avere a disposizione diverse modalità di mappatura della centralina:pensiamo ai vari sport, city, eco. L’idea usata dalla casa tedesca è stata quella di impiegare una mappatura della centralina collegata a un programma in grado di riconoscere quando la vettura era in modalità di test in modo da abbassare sostanziosamente i valori di inquinanti emessi. Il problema è sorto quando l’EPA ha testato una Passat TDI, una Jetta Sportwagon TDI(La nostra Golf Variant VII serie) e ne ha confrontato le emissioni con quelle di una Bmw X5 35d(di potenza, cilindrata e massa decisamente maggiori). L’infografica qui sotto mette a confronto le emissioni di NOx su differenti percorsi. I risultati si commentano da soli.

Fonte: fonte www.theicct.org
Fonte: fonte www.theicct.org

Il caso è esploso in modo repentino e per tracciare una panoramica chiara di quello che è successo, partiamo dal primo crollo del 20% in borsa del brand Vw nella giornata di ieri. Mentre l’AD Martin Winterkorn aveva promesso l’avvio di un’indagine interna, ammettendo il problema, da una parte all’altra del mondo sono arrivate richieste di chiarezza. E con questo arriviamo alla giornata odierna: La Francia ha chiesto l’avvio di un’inchiesta europea e parallelamente è arrivata una richiesta simile dalla Corea del Sud. Quello che è successo nelle ultime ore ha avuto ulteriori ripercussioni sulla casa tedesca: il titolo in Borsa ha perso complessivamente il 40%. Detto in altri termini sono andati bruciati 15 Miliardi di Euro. Immediata la reazione dal gruppo Vw, che sembra avere trovato proprio in Winterkorn il suo capro espiatorio: l’amministratore delegato sarebbe infatti stato costretto alle dimissioni, con l’AD di Porsche pronto a subentrare al suo posto.

Infine, pare che la sanzione verrà ridotta rispetto ai 18 miliardi di dollari previsti inizialmente. E’ una cifra che il gruppo Volkswagen può sostenere tranquillamente. Ma la sensazione che aleggia nell’ambiente in queste ore è che la Volkswagen sia solo la punta dell’Iceberg: tutti i costruttori automobilistici verranno adesso osservati con maggiore attenzione. Nel frattempo, il gruppo tedesco ha fermato la vendita di tutti i modelli diesel sul suolo statunitense.