Foto: noicompriamoauto.it

Arrivano novità importanti per i proprietari di automobili. Dall’anno che verrà, infatti, grazie alla Legge di Stabilità, approvata dal Senato lo scorso 22 dicembre, ha modificato una norma contenuta nel Codice della Strada che riguarda le radiazioni per esportazioni dei veicoli. In soldoni: con il nuovo provvedimento, il cittadino che vende un mezzo all’estero non può radiare quest’ultimo finchè non arriva la certezza di una nuova immatricolazione nell’altra Nazione.

Dunque, per non pagare più il bollo dell’auto (o assicurazioni, multe ecc) venduta all’estero si dovrà avere la sicurezza della reimmatricolazione in un altro Paese dimostrando il tutto con i relativi documenti. Non troppo d’accordo con questa decisione del Governo è Ottorino Pignoloni, segretario nazionale di Unasca Studi che, come tratto da Ilfattoquoridiano.it, dichiara: “Questa è una norma che esiste solo in Italia e che va a colpire soprattutto i meno abbienti, coloro che possiedono una vecchia auto che nessuno vuole comprare o ritirare in Italia. Sinora questo tipo di veicolo poteva essere venduto all’estero, dove anche i mezzi vecchi hanno mercato. Con la nuova norma, invece, l’italiano dovrebbe mettersi completamente nelle mani di un soggetto straniero, consegnargli la macchina e poi sperare che questo si premuri di fargli avere un documento di reimmatricolazione. Chi mai farebbe circolare per l’Europa, in mano a uno sconosciuto, un mezzo intestato a suo nome? Con la nuova norma, chi vorrà liberarsi di un vecchio mezzo di scarso valore commerciale finirà per portarlo proprio dai rottamatori”.

Di tenore diverso la nota di Fise Unire (imprese recupero), Ada (demolitori auto) e Aira (riciclatori auto) che, sempre citando Ilfattoquotidiano.it, affermano: “Questa norma porrà una volta per tutte un freno al boom della quota dei veicoli radiati per esportazione che ha superato complessivamente, negli ultimi quattro anni, la cifra di 2 milioni e mezzo e che nasconde anche profili di illegalità”. Infine, Ancma (ciclo e motociclo), Confocommercio, Unrae (rappresentanti case estere), Federauto (concessionari) e Unasca, prima dell’approvazione di questa norma, si erano detti insoddisfatti di tutto ciò.