Ci risiamo. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, gli italiani saranno costretti a mettere mano al portafoglio per quanto concerne un pieno di carburante. All’Ansa, il presidente nazionale di Figisc Confcommercio Maurizio Micheli nel bollettino settimanale di Figisc Anisa Confcommercio, prevede che: “A meno di drastiche variazioni in più od in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi o del tasso di cambio euro/dollaro, vi sono presupposti tecnici per prezzi in crescita nei prossimi quattro giorni, con variazioni entro +1,0 cent/litro nella media dei due prodotti benzina e gasolio”.

Dunque, malgrado il prezzo del petrolio sia in calo alla borsa di New York, nel territorio italiano gli aumenti sono all’ordine del giorno, con i “poveri” automobilisti e motociclisti sempre più tartassati. La colpa? Delle accise, che devono fare i conti con l’IVA al 22% che si va ad aggiungere al prezzo industriale dei carburanti. Facendo un breve confronto tra i distributori italiani e quelli presenti nel resto dell’Europa, notiamo una come benzina e diesel siano più cari nella Penisola (+ 0,240 €).

Nei mesi scorsi, anche per il “caro-prezzi”, molte aree di servizio autostradali avevano detto sì a uno sciopero che, a distanza di giorni, pare non sia servito a cambiare la situazione.