Foto: elaborare.com

Doveva essere la data della verità per la questione del bollo da applicare ai mezzi storici con età compresa dai 20 ai 29 anni di età, ma lo scorso 30 giugno il Parlamento non ha nemmeno sfiorato la problematica che rischia di diventare ancora più grave. Ma perchè? Facciamo chiarezza: la Legge di stabilità approvata nel dicembre 2014 ha introdotto il pagamento della tassa per tutti i proprietari di veicoli “ventennali”, ovvero prodotto da meno di 30 anni. Dunque, niente esenzione per i mezzi del 1986 in poi, ma bollo da applicare nella sua totalità.

Ma cosa si nasconde dietro questa decisione del Governo che, ancora una volta, colpisce le tasche degli italiani? Quando fu fatta la proposta di eliminare l’agevolazione, la politica italiana voleva mettere un freno a tutti quei “furbetti”, abili a usare il proprio mezzo d’epoca per lavoro o per svago, non pagando, dunque, la tassa come i normali lavoratori, sempre più vessati da tasse. Tutto questo, tuttavia, si è trasformato in un autentico autogol per il Governo che ha pensato bene di colpire anche quei cittadini capaci di rispettare la legge in tutto e per tutto. E le regioni italiane? Alcune hanno cercato, invano, di mantenere l’esenzione per le cosiddette “ventennali”, mentre altre, ignare della crisi economica ,stanno cercando di racimolare qualche soldo per tamponare il buco di bilancio dovuto a spese pazze e altro.

Come ben sappiamo, il bollo è regionale, dunque pensate a quanti soldi potrebbero guadagnare le varie zone d’Italia. Ma non è finita qui: anche qualche associazione ha tenuto un comportamento ignobile verso i propri tesserati, costretti adesso a pagare la tassa menzionata poc’anzi. Intanto, secondo indiscrezioni in nostro possesso, per il prossimo mese di settembre è prevista una forte protesta degli appassionati, in collaborazione con il RIVS (Registro Italiano Veicoli Storici), a Napoli e Roma. Al momento, né Aci, né Asi non sono presenti in manifestazione, con il Parlamento capace di non pronunciarsi ancora…