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Attraverso “La Manovella” del mese di luglio (la rivista dell’ASI), gli appassionati di mezzi storici hanno “scoperto”, se così possiamo scrivere” la proposta dell’Automotoclub Storico Italiano relativa ai veicoli d’epoca. La querelle del bollo per le cosiddette “ventennali” ogni giorno di più conosce una nuova puntata, ma adesso anche le “trentennali” devono preoccuparsi. Attraverso il proprio sito ufficiale, il RIVS (Registro Italiano Veicoli Storici) ha svelato come l’ASI stia pensando a costituire l’obbligo di certificazione anche ai veicoli con più di trent’anni. Di seguito, per chiarezza, ecco tutto quello che c’è da sapere con la nota dello stesso RIVS.

“Dopo tanta confusione è forse il tempo di lavorare su proposte serie, che possano migliorare e dare nuovo impulso al settore in un periodo che si annuncia di crescita. Tra le ipotesi, che potrebbero aiutare anche il Governo a incassare una cifra congrua, potrebbe esserci quella di rivedere la tipologia dei veicoli da considerare storici, magari allargando agli ultratrentennali l’obbligatorietà della certificazione e di una tassa forfettaria.

Ecco dunque la rivoluzionaria proposta di ASI per salvare le ultraventennali e il motorismo storico italiano: costituire l’obbligo di certificazione anche ai veicoli con più di trent’anni. Una proposta che imporrebbe a tutti i veicoli storici l’iscrizione alla sola ASI, con buona pace della libertà di associazione e della liberalizzazione di un settore in cui, a far danni, è stata soprattutto l’atteggiamento onnipotente di qualcuno. Ricordiamo infatti che i lavori preparatori della famigerata legge di stabilità 2015, quella che ha abrogato i benefici fiscali per i veicoli di età compresa tra i 20 e i 29 anni di età recitavano quanto segue:

“Nel corso degli anni, i controlli previsti dal comma 3 del citato articolo 63 finalizzati all’individuazione, da parte dell’ASI e della FMI mediante propria determinazione, dei veicoli di cui al comma 2 del più volte richiamato articolo 63, sono risultati, talvolta, carenti, consentendo in tal modo l’accesso all’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche ad autoveicoli e motoveicoli che, oltre ad aver compiuto venti anni, non avevano alcuno dei requisiti normativi”

Considerato che FMI non provvedeva a certificare i veicoli, limitandosi – come previsto dalla Legge – alla stesura di una lista di modelli, il Governo ha sostanzialmente puntato il dito contro ASI, accusandola apertamente di una cattiva gestione del potere certificatorio che ASI si è auto-attribuita senza alcuna legittimazione. Ebbene, cacciata dalla porta, ASI non solo sta tentando di rientrare dalla finestra, ma vuole pure barricarsi all’interno e non lasciare spazio a nessuna altra realtà. Allungando ulteriormente la già longa manus proprio su quelle ultratrentennali che, stante questa proposta, dovrebbero rivolgersi ad ASI – solo ad ASI – e versare la quota che l’Avvocato Loi riterrà congrua, per ottenere quelle agevolazioni che attualmente scattano in automatico.

When in trouble, go big, sostiene qualcuno, forse a Torino hanno mal interpretato (non sarebbe la prima volta).
Secondo quanto scritto dalla Manovella, questa brillante iniziativa servirebbe ad aumentare gli introiti del Governo senza penalizzare i collezionisti. Secondo noi, servirebbe solo ad aumentare gli introiti dell’ASI, e a rovinare il fegato, tra l’altro già abbastanza compromesso, degli appassionati. Del resto, da chi inizia ad affrontare i problemi dei collezionisti parlando esclusivamente del proprio calo di iscritti, non ci si può aspettare niente di meglio. A noi non resta che vigilare, invitandovi a fare altrettanto, per evitare che una situazione già poco favorevole non si trasformi in un problema di molto peggiore”.