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I carburanti dai prossimi anni, almeno fino al 2021, costeranno sempre più. A lanciare l’allarme è l’Unione petrolifera che individua nel carico fiscale, la principale causa dell’aumento dei costi di benzina, diesel e GPL. A tgcom24.mediaset.it, il presidente Alessandro Gilotti fa il punto della situazione: “Il problema dell’elevato carico fiscale sui carburanti, oggi intorno al 60% del prezzo finale, si riproporrà con forza in futuro. Consideriamo, che tra Iva e coperture varie, sono già programmati aumenti fino al 2021 per 3 miliardi, pari a circa 12-14 cent al litro”.

“Con le 1.500 chiusure di impianti dal 2007 -continua ancora Gilotti- a oggi il mercato è più aperto e concorrenziale, ma il numero totale rimane troppo alto, gli erogati troppo bassi e i costi di gestione in molti casi insostenibili”. In poche parole, se il costo della benzina, in Italia, è simile a livello europeo, nella Penisola i cittadini non possono contare su una “struttura” adeguata della rete carburanti.

Ma non è finita qui, oltre alla piaga “rete carburanti”, l’Unione petrolifera spiega come la parcella energetica sia scesa a 44,2 miliardi di euro nel solo anno 2014, con una diminuzione del 21%. Il segno meno sarebbe da ricercare nella diminuzione dei consumi (-3,8%) oltre al valore del petrolio, che registra un -9%. Con questi dati, stando alle “rilevazioni” dell’Unione petrolifera, il conto relativo al greggio è calata a meno di 25 miliardi di euro.