Foto: Corriere dello Sport

Saranno giorni, mesi difficili per tutto il Gruppo Volkswagen colpito dallo scandalo denominato “diesel-gate”. La casa tedesca, ricordiamolo, è stata accusata dall’EPA, l’agenzia di protezione dell’ambiente statunitense, di avere falsato i risultati dei test relativi alle emissioni anti-inquinamento riguardanti gli “celebri” motori EA189 montati su auto americane. Dunque, una bella gatta da pelare per l’importante casa automobilista che, nel corso di queste ore, ha perso percentuali importanti in Borsa, con conseguenze negative per l’intero Gruppo.

Adesso, però, arriva un’altra doccia fredda per la Volkswagen che potrebbe avere ripercussioni ancora più gravi. Come riporta Repubblica.it, il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, ha affermato: “Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati”. Parole pesanti che vanno ad aggiungersi a quelle della responsabile per l’industria Elzbieta Bienkowska, facente parte anche della Commissione UE: Il nostro messaggio è chiaro, tolleranza zero sulle frodi e rispetto rigoroso delle regole Ue perchè è necessario che ci sia piena chiarezza e test efficienti sulle emissioni inquinanti”.

Intanto, ilsole24ore.com, citando un documento dell’EPA, svela i modelli del Gruppo Volkswagen, prodotti dal 2009 al 2015, coinvolti nello scandalo: Volkswagen Golf, Jetta, Beetle, ossia il Maggiolino moderno con carrozzeria chiusa sia cabriolet, Passat, la versione americana “creata” nel 2011, Audi A3 Sedan, seconda e terza serie, comprendenti della piattaforma modulare Mqb. Il motore sotto la lente di ingrandimento, ricordiamolo, corrisponde al 2000 cc TDI.

Ma come devono comportarsi gli automobilisti che potrebbero avere una Volkswagen “incriminata”? Se l’Europa, come ha ammesso Berlino, fosse coinvolta, causa presenza di auto incriminate, anche per i guidatori italiani in possesso di un veicolo del Gruppo Volkswagen il problema sarebbe enorme. Dunque, sarebbe importante rivolgersi al Codacons che, già nei giorni scorsi, per bocca del suo presidente Carlo Rienzi, come cita l’Agi, aveva ammesso quanto segue: “nel caso in cui dovessero emergere irregolarita’ anche per le automobili vendute in Italia, sarebbe inevitabile una richiesta di ritiro delle vetture commercializzate nel nostro paese da parte dell’associazione, con conseguente azione risarcitoria in difesa degli automobilisti”.