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Tempi di vacche magre per tutti, quindi anche per le istituzioni locali come i comuni, ma ieri il comune di Milano si è forse esposto eccessivamente, invitando i vigili urbani a multare di più di quello che già fanno. Una richiesta che suona strana, perchè il capoluogo lombardo non è una città caotica dal punto di vista della viabilità, solo in centro le vie diventano piccole ma non si verificano quasi mai episodi di auto parcheggiate che bloccano il traffico per ore.

Ma l’assessore Marco Granelli non deve averla pensata così, quando ieri ha inviato una nota al corpo di Polizia Locale lamentando il fatto che in città non venissero elevate abbastanza contravvenzioni. Tutto parte qualche mese fa con l’istituzione della figura dei vigili di quartiere, vigili il cui ruolo era quello di vigilare su una ristretta cerchia di strade e di dare assistenza face to face ai cittadini. Così è stato fino ad oggi, ma l’assessore nella lettera ha insignito tali vigili di quartiere del ruolo di multatori d’assalto, e snaturandoli dal ruolo di figure assistenziali che avevano in origine.

L’obiettivo di multe per quest’anno era di 1.000 per zona e 2.000 per la zona uno (il centro città), ma la Polizia Locale ha viaggiato per tutto quest’anno sotto il minimo fissato dal comune. Il fatto è che, ragionando in termini di sicurezza stradale, un’istituzione non dovrebbe fissare dei parametri minimi in fatto di multe: chi trasgredisce viene punito e stop. Sennò stiamo parlando ancora una volta di fare cassa e la sicurezza dei cittadini quando guidano o devono attraversare una strada passa ancora in secondo piano rispetto al benessere dell’istituzione di turno.