Ferdinand Piech, Presidente del Consiglio di Sorveglianza del gruppo Volkswagen, si è dimesso dopo lo scontro degli ultimi giorni con l’ad Martin Winterkorn. Innovatore, vulcanico e spregiudicato, 12 figli da quattro mogli diverse, il 78enne Piech è unanimemente considerato il salvatore e fautore del successo di questi anni della Volkswagen, alla cui guida arrivò nel 1993 quando il gruppo era in rosso e che ha poi portato a insidiare la giapponese Toyota come primo produttore mondiale.
Nipote di Ferdinand Porsche, inventore del “Maggiolino”, Piech muove i suoi primi passi nell’azienda di famiglia, per poi passare all’Audi, dove lancia la trazione integrale Quattro e ne diviene presidente alla fine degli anni ’80.

Una grande e decisiva battaglia il manager l’aveva vinta nel 2008 contro l’altro ramo della famiglia che stava tentando la scalata della Porsche alla Volkswagen. Finì con la casa sportiva quasi sull’orlo del fallimento che entrò quindi a far parte del gruppo di Wolgsburg (sebbene tecnicamente l’acquisizione fu un takeover della piccola sulla grande) e un Piech ancora più lanciato. Ma la corsa si è arrestata nei giorni scorsi. Ad aprire le ostilità era stato lui: affermando il 10 Aprile a Spiegel di essere “distante” da Winterkon che pure aveva appoggiato negli scorsi anni. Ma questa volta Piech era rimasto solo.
La famiglia Porsche (che insieme al presidente del consiglio di sorveglianza detiene il 53% delle azioni) aveva definito le sue parole come una “posizione personale non concordata”. Inoltre anche il governo della Bassa Sassonia, che ha una quota del 20% in Vw, ha espresso sostegno a Winterkorn senza riserve, e segnali simili erano arrivati dai sindacati (che come da tradizione hanno dei posti nel board) e dal fondo sovrano del Qatar, socio del gruppo.

Nemmeno i segnali e le parole distensive giunte nei giorni seguenti hanno contribuito a rasserenare il clima in vista dell’assemblea del 5 Maggio. La conclusione è arrivata così con un secco comunicato. Via con effetto immediato e fuori dal board anche l’ultima moglie Ursula. A Piech subentra il vice presidente Berthold Huber che peraltro è il rappresentante del potente sindacato dei metalmeccanici Ig Metall.