Fonte: www.d.ibtimes.co.uk

Lo scandalo Dieselgate sta vivendo in questi giorni dei nuovi risvolti. Si stanno infatti delineando, ai quattro angoli del globo, le sanzioni che verranno corrisposte al gruppo Volkswagen, reo di avere attuato una truffa riguardo le emissioni inquinanti di alcuni tra i suoi motori diesel (tra i quali, il celebre 2.0 TDI, identificato dal codice EA189). Nella giornata di ieri, è stata scritta un’ulteriore pagina di questa storia, destinata a segnare irrimediabilmente il futuro del gruppo tedesco.

Lo stato della California ha infatti respinto la proposta della Volkswagen volta a trovare una soluzione di compromesso per chiudere lo scandalo legato alle auto con motore 2.0 diesel, notificando formalmente alla casa tedesca un elenco di 13 violazioni specifiche. Andando a sondare le ragioni dietro un tale rifiuto, emerge che l’autorità per la tutela ambientale dello stato americano ha ritenuto “incompleto su diverse questioni” il piano proposto: le proposte presentate infatti, non risolverebbero in modo adeguato l’impatto complessivo della performance del veicolo, delle sue emissioni e della sicurezza.

Dura la dichiarazione della presidente dell’ Air Resources Board della California (l’ente incaricato di valutare la proposta del gruppo), Mary Nichols: “La Volkswagen ha deciso di barare ai test sulle emissioni e poi ha cercato di insabbiare quello che aveva fatto. Hanno continuato a sostenere le loro bugie e quando sono stati scoperti hanno cercato di negarle“. L’ultima parola sul piano, il cui contenuto non è ancora stato reso pubblico, spetta all’ormai nota agli onori della cronaca Agenzia per la protezione ambientale Usa, che si esprimerà domani sul compromesso presentato dal gruppo Volkswagen.