Fonte: www.d.ibtimes.co.uk

L’eco mediatica generata dal caso Volkswagen sembra non avere fine. Ora dopo ora, infatti, si aggiungono nuovi tasselli ad un puzzle che descrive una realtà in cui il futuro dell’alimentazione diesel sembra sempre più incerto.La prima, grossa novità, è la presa di posizione di BMW in merito ad un suo possibile coinvolgimento in quello che ormai possiamo chiamare diesel-gate: L’ICCT, ente che si è occupato delle rilevazioni che hanno messo Volkswagen alla pubblica gogna, rivela che anche la BMW X3 2.0d sembra avere livelli di emissione di NOx più alti del previsto.

Immediata la replica della BMW: è stato infatti diramato un tagliente comunicato stampa nelle prime ore del pomeriggio, secondo cui la casa bavarese nega ogni coinvolgimento nella manipolazione dei test delle emissioni,affermando d’altra parte di osservare i requisiti di legge in ogni Paese. In altre parole, BMW ha affermato che i suoi sistemi di trattamento dei gas di scarico sono attivi sia sul baanco di prova sia nelle normali condizioni di guida. Arriva inoltre un pesante colpo verso la rivista tedesca Auto Bild che oggi aveva diffuso la voce secondo cui anche la Bmw X3 potesse essere coinvolta nello scandalo: BMW si è già messa in contatto direttamente con l’ICCT per chiarire la sua posizione.

Ma è dalla fine del comunicato che arriva uno spunto di riflessione molto interessante:per rispettare le norme in tema di CO2 imposte dall’Unione Europea per il 2020 bisogna ricorrere a propulsori diesel sempre più moderni e all’elettrificazione spinta. E proprio la corsa all’elettrico potrebbe essere la soluzione per permettere alle case automobilistiche di riguadagnare la fiducia nei consumatori.

Ha preso parola in questo dibattito Pietro Boggia, principal consultant automotive di Frost & Sullivan: secondo l’analista lo scandalo Volkswagen potrebbe essere nel lungo periodo il colpo di grazia alle tecnologie tradizionali, portando così l’industria automobilistica a concentrarsi su vetture ibride o elettriche pure. E sarà proprio l’ibrido il punto di partenza immediato, con marchi come Toyota(leader nel settore da quasi vent’anni) destinati a giocare la partita da protagonista.

Lo step successivo è l’elettrico: la tecnologia fa passi avanti giorno dopo giorno per superare il problema dell’autonomia risicata, e già auto come la Tesla P85 dimostrano le potenzialità della propulsione ‘green’. Sarà però necessario,anche secondo Boggia, un maggiore impegno da parte di consorzi privati nella costruzione delle infrastrutture apposite, senza le quali l’elettrico non può avere diffusione capillare.