È il 3 il numero magico di questo Gran Premio di Cina, quarto appuntamento stagionale del mondiale di Formula 1. Tre sono le vittorie consecutive di Lewis Hamilton, che grazie la sua ventricinquesima affermazione in carriera (preso Lauda nella classifica all time) si avvicina in classifica al compagno di squadra Rosberg, ora distante solo 4 lunghezze. Tre sono anche le doppiette consecutive della Mercedes, che manca l’en plein solo per il ritiro dello stesso Hamilton in Australia: una vettura superiore non solo nella Power Unit, dato innegabile, ma dotata di un pacchetto che ne fa, già ad Aprile, ad avere il triplo dei punti delle altre scuderie in classifica costruttori. Ma c’è un 3 che fa sorridere anche i piloti della Ferrari: terzo sul podio, meritatamente, è infatti Fernando Alonso. Un podio che premia il grande lavoro fatto a Maranello, un podio che ripaga anche il dimesso Stefano Domenicali di tante amarezze, un podio che sa di riscatto e che fa intravedere un futuro un po’ più roseo.

Subito emozioni al via: parte forte Hamilton, ma dietro è lotta serratissima. Protagoniste le Williams, con Massa che tenta di passare tra Vettel e Alonso toccando, senza conseguenze lo spagnolo, e Bottas che si aggancia con Rosberg. Il tempo di capire cosa sia successo, e troviamo Hamilton già da solo davanti a Vettel ed Alonso, che precede l’altra Red Bull di Ricciardo. Rosberg paga con un sesto posto i suoi guai in partenza.

Il valzer dei primi pit stop permette ad Alonso (ottima la strategia Ferrari in questo Gran Premio, con Mattiacci all’esordio al muretto) di passare Vettel ed andare alla caccia, si fa per dire, di Hamilton. Incredibile quanto succede a Massa: una volta rientrato ai box non si trova una gomma posteriore, il che gli costa oltre un minuto e la possibilità di correre da protagonista la gara (era quinto). La sfortuna di questo brasiliano un po’ malinconico sembra non avere fine. Dietro inizia la rimonta furiosa di Rosberg che lo porta, uno dopo l’altro, a superare i suoi rivali, l’ultimo dei quali era Alonso, saltato dopo la seconda sosta. Dietro continua la corsa anonima di Kimi Raikkone, che chiuderà ottavo: non sembra sbocciare l’amore tra il finnico e la sua F14T.

La parte finale della gara è caratterizzata dalla caccia al podio di Daniel Ricciardo, ma la gestione delle gomme di Alonso è stata esemplare ed ha permesso allo spagnolo di trovare quei 3-4 decimi al giro nelle battute finali che hanno fatto la differenza con l’australiano della Red Bull. Per il secondo pilota della scuderia austriaca la consolazione di aver tenuto ancora una volta dietro il titolato compagno Sebastian Vettel, rifirandogli 25 secondi. La situazione del campione del mondo ora comincia davvero a preoccupare, specie alla luce delle prestazioni di Ricciardo.

La fine del tour asiatico permetterà ai team di fare i primi bilanci. Tra 3 settimane si correrà a Barcellona, e si sa che il ritorno in Europa regala sempre emozioni e sorprese. E con un Alonso mai domo ed ora terzo in classifica mondiale, siamo certi che nonostante il vantaggio in casa Mercedes non potranno ancora dormire sogni sereni.