Fonte: stradafacendo.tgcom24.it

Il 20 luglio del 2010 la prima auto senza pilota del mondo partì da Parma in direzione Shanghai, dove era in corso l’Expo. Arrivò a destinazione cento giorni dopo, avendo percorso 15926 chilometri e attraversato 9 stati. In realtà quel viaggio incredibile e per certi versi leggendario è finito davvero solo ieri mattina, quando il professor Alberto Broggi, 48 anni, due figli e una vulcanica passione per l’informatica, è entrato nell’aula magna del Centro Sant’Elisabetta dell’Università di Parma scortato dal rettore in un clima surreale per un ateneo italiano.

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Non capita tutti i giorni che uno spin-off universitario venga ceduto per una cifra milionaria. E quindi la scelta della sede per la fine del viaggio del professor Broggi non è casuale: nel campus parmense tutto questo è nato e cresciuto, e qui si è svolta la conferenza stampa che annunciava formalmente la cessione della società di Broggi per 30 milioni di dollari. Il compratore è Ambarella, una società americana relativamente giovane, fondata nel 2004 a Santa Clara, in California, specializzata in compressione di immagini video, quotata a Wall Street.

Ci siamo fatti sfuggire un altro talento“, hanno commentato a caldo in molti. Ma il professor Broggi non è d’accordo e sostiene che questa è una straordinaria occasione per l’Italia: “Primo, perché restiamo a Parma. Io e tutto il team continueremo a lavorare da qui. Avremo più soldi, potremo attirare più studenti, fare ricerche più efficaci e inventare dispositivi che oggi non potete neanche immaginare”. Intanto già una trentina di ricercatori sono stati assunti a tempo indeterminato.