La Mitsubishi Outlander, una delle ultime novità della casa. Fonte: sportfair.it

Brutte notizie per Mitsubishi: la casa nipponica, che appena la scorsa settimana aveva ammesso di avere manipolato i dati concernenti le emissioni delle proprie vetture sul suolo giapponese, potrebbe pagare per questo comportamento scorretto un prezzo piuttosto alto. In effetti, secondo le prime stime degli analisti interpellati dalla Jiji Press, lo scandalo potrebbe costare a Mitusbishi l’intero utile dell’anno fiscale appena trascorso: si parla di una cifra che supera i 100 miliardi di yen, circa 800 milioni di euro.

C’è però dell’altro: tale stima potrebbe anche rivelarsi di molto inferiore all’effettivo danno. Se infatti inizialmente erano coinvolte nell’affaire solo quattro kei-car (le piccole utilitarie giapponesi, con motore di 660 cm3), prodotte anche a marchio Nissan per un totale di 625.000 vetture incriminate, è notizia di ieri che il gruppo nipponico manipoli i dati da parecchio tempo, e più precisamente dal 1991. Non solo, anche il numero di veicoli coinvolti potrebbe essere ben maggiore: alcuni analisti stimano i modelli incriminati in una dozzina complessivamente, ovvero milioni di vetture.

Arbitro della questione sarà il governo giapponese, il quale stabilirà le sovvenzioni che dovranno essere corrisposte per le indicazioni erronee riportate, a cui andranno poi sommate le tasse. Tuttavia, il ministero dei Trasporti giapponese mostra al momento cautela, avendo dichiarato per mezzo di un portavoce che il governo sta attualmente acquisendo maggiori informazioni, e ha istituito una task force con lo scopo di studiare misure affinché non si verifichino più manomissioni simili.