Le premesse c’erano tutte sia nelle prove libere che nelle qualifiche anche se nella rinascita della Ducati pochi ci credevano senza sperarci poi più di tanto. Invece in Quatar, il sogno è tornato realtà, la rossa a due ruote è di nuovo competitiva e se non fosse stato per Valentino, in una forma imbarazzante per quanto disumana, Dovizioso e Iannone avrebbero monopolizzato il primo Gran Premio della stagione.

In realtà tornando a pochi mesi fa tutti i piloti davano Honda come marchio da battere e tanto lontano da prefigurare un mondiale apatico e senza sorprese.
Certo che la Ducati c’era si vedeva, senza guardare i tempi che ancora parlavano poco di Yamaha e tanto di Marquez.
Il percorso che ha portato al successo di ieri è stato lungo ed impegnativo, iniziato forse proprio quando Valentino è arrivato alla corte di Bologna.

Anni di fatiche che hanno trovato la svolta poco più di un anno fa quando la Casa italiana è stata acquistata da Audi che aveva la necessità di rientrare nei parametri anti-inquinamento sanciti dall’Unione Europea e acquisire un marchio come Ducati era l’unica via per riuscirci.
Ed è proprio la serietà tipicamente tedesca che ha “salvato” l’italiana, i vertici di Inglostadt hanno deciso di lasciare lo spirito e la struttura governativa italica nel piano moto e di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo fermi da tempo. Questo il risultato e siamo solo al secondo anno, così orgogliosi che non abbiamo paura di aspettare per dire: “Bentornata Ducati e bentornata MotoGP!”