Neppure la nuova pista di Rio Hondo, nel cuore della Pampa argentina, è riuscita a rimescolare le carte in tavola. Tutt’altro. Il terzo Gran Premio della stagione della MotoGp sembra avere tutti i presupposti per svilupparsi sulla falsa riga dei precedenti, dove sin dal venerdì il protagonista è stato sempre e solo il campione del mondo Marc Marquez.

Una prova di forza impressionante quella offerta dal giovane iridato del team HRC che, dopo aver lasciato il proscenio al connazionale Jorge Lorenzo nella prima sessione di libere, ha preso le misure all’inedito circuito sudamericano cominciando ad imporre la sua legge: 1’39.313 il tempo stratosferico del pilota spagnolo, unico a scendere sotto il muro del minuto e 40. Ma il dato che più impressiona è il distacco dal più immediato inseguitore, nell’occasione è il compagno di team Dani Pedrosa, che supera il secondo. Il tempo è stato fatto con gomme morbide, ma è altrettanto vero che il campione del mondo gira costantemente su tempi che gli avversari non riescono neppure ad immaginare, lasciando presupporre che anche qui in Argentina la lotta sarà dalla seconda piazza in giù.

A proposito degli “umani”, detto di Pedrosa che si aggiudica la pole position provvisoria nella categoria “altri”, gli avversari della Honda hanno tutti, per un motivo o un altro, fatto molta fatica. In primis la Yamaha, con Rossi e Lorenzo relegati nelle retrovie (rispettivamente ottavo e nono). La M1 paga leggermente in termini di motore, in media 5 km/h in meno sul dritto rispetto alle Honda, ma la differenza la sta facendo il feeling con le gomme. In realtà il problema è generalizzato, essendo la pista poco utilizzata e, quindi, ancora poco gommata.

Così il Dottore: “Abbiamo grossi problemi con la gomma: ad Austin era l’anteriore, questa volta è la posteriore che si rovina velocemente e si consuma dopo pochi giri. Al mattino la pista era anche difficile, perché con l’asfalto freddo si faceva difficoltà, e anche con la dura non era facile perché si distruggeva dopo due o tre giri, ma credo sia un problema di tutti. Forse pulendosi e gommandosi la pista e salendo le temperature, potrebbe andare meglio: dovremo lavorare per la gara e cercare di migliorare. Nel pomeriggio è andata un po’ meglio, ma non abbiamo trovato il giusto assetto e dobbiamo lavorare perché la posteriore dopo pochi giri scivola”.

Così così anche la Ducati. Dopo l’inebriante podio di Austin, la Desmosedici di Dovizioso pensa bene di accendere un barbecue, nella più classica delle tradizioni argentine. Solo che il fumo uscito dalla Rossa di Borgo Panigale è tutt’altro che gradito ai meccanici Ducati, con il forlivese costretto a fermarsi, non prima di aver però agguantato un ottimo quinto posto.

Per una Yamaha che piange, ce ne sono tre che ridono. Sono quelle clienti di Smith e dei fratelli Espargaro che, dopo aver chiuso il venerdì davanti ai blasonati colleghi in sella alla M1 ufficiale, iniziano a fare un pensierino al podio, considerando che i primi 2 posti sembrano prenotati dalle HRC.

Oggi le qualifiche daranno risposte importanti sul Gran Premio e, anche se forse e prematuro, sulla corsa al titolo. Forse l’Argentina non dirà chi vincerà il Mondiale, però potrebbe offrire seri indizi su chi, al contrario, si dovrà chiamare fuori dalla corsa iridata. Appuntamento alle ore 19 sul canale Sky Sport MotoGp.