Fonte: www.autojunction.in

Renault potrebbe avere, al pari di Volkswagen, giocato sporco sulle emissioni inquinanti dei suoi motori: nelle scorse ore la polizia francese ha eseguito una serie di perquisizioni presso uffici e stabilimenti del costruttore francese. La notizia è stata diramata dai sindacati legati al brand francese, per il quale l’accusa è molto simile a quella mossa, a settembre, al gruppo Volkswagen.

Renault è infatti sospettata di avere installato sulle proprie vetture un software capace di eludere i controlli sulle emissioni. L’attenzione degli inquirenti si è infatti concentrata sulle aree di test per i motori, e se le accuse si rivelassero fondate, porrebbero il gruppo francese (che controlla anche Dacia e Nissan) nella stessa posizione del gruppo Volkswagen, essendo il meccanismo di frode apparentemente molto simile. La notizia ha avuto immediate ripercussioni negative sulla quotazione in borsa del titolo legato a Renault, che ha fatto registrare un -20%, che ha comportato cali per tutti i titoli europei legati all’automotive: Volkswagen -4,11%, Bmw -3,87%, Daimler -4,91% e Peugeot -6,34%, mentre perde circa il 10% il gruppo FCA.

Nell’attesa di conoscere eventuali altri sviluppi della vicenda, è già arrivata la piccata replica di Renault: la casa francese ha confermato le perquisizioni, ma ha anche smentito l’esistenza di software legati ad una possibile frode sulle emissioni inquinanti. L’ultima parola, dunque, è che i motori Renault siano “puliti”. Una cosa che ci auguriamo vivamente, considerando che il fenomeno potrebbe avere, così come accaduto con Volkswagen, risonanza globale.