L’Unrae, l’associazione che riunisce le case automobilistiche estere operanti in Italia, ha chiesto un aiuto da parte dello Stato a quelle famiglie che a causa della crisi hanno dovuto rinunciare all’acquisto dell’auto nuova ma che, non potendone fare a meno per gli spostamenti quotidiani, sono costretti a circolare con vetture vecchie pericolose ed inquinanti.
La proposta prevede un piano quadriennale di deducibilità di una parte del costo di una vettura che creerebbe vendite aggiuntive per 300mila unità e, solo nel primo anno, di 100 mila nuove auto.
Secondo i piani nel 2015 si avrebbe una crescita dell’8% del mercato, che passerebbe quindi dagli 1,4 milioni previsti a 1,5.

L’idea è semplice, dare la possibilità alle famiglie di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 10% del costo di un’auto con emissioni fino a 120 g/km di CO2, fino ad un massimo di 2.000 euro in 4 anni, e le contestuali rottamazioni auto Euro 0, 1 e 2.
L’ Unrae così permetterebbe anche il recupero di circa 1.000 addetti nei settori della distribuzione e dell’assistenza, mentre la riduzione degli incidenti ridurrebbe il costo sociale di 77 milioni di euro.

A supporto della proposta avanzata dall’Unrae, nel corso della conferenza stampa è stata presentata una ricerca del Censis che giunge alle stesse conclusioni ovvero l’urgenza di spingere il rinnovo del parco circolante delle famiglie italiane che è uno dei più vecchi d’Europa, con un’età media di 9,5 anni ed autovetture con oltre 14 anni (il 28,4% del parco che sfiorando i 10 milioni di unità. Quest’ultime se venissero sostituite ridurrebbero le emissioni di 12,2 milioni di tonnellate senza contare che si determinerebbe una riduzione della mortalità per incidenti stradali di circa il 7,8%.