L’Aprilia si esalta in Malesia e domina questo appuntamento della Superbike, al suo esordio nel caldo tropicale del circuito di Sepang. Sugli scudi un ritrovato Marco Melandri che coglie una fondamentale doppietta che gli permette di rimettersi in gioco in ottica mondiale. Ma non ha di che lamentarsi anche il suo compagno di scuderia Sylvain Guintoli, secondo in entrambe le gare ed ora a soli 13 punti da Tom Sykes, penalizzato dalla caduta in gara 1, incolpevole vittima del contatto causato niente meno che dal suo compagno di scuderia Loris Baz.

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Disastro Kawasaki in Gara 1

Sotto un’umidità asfissiante tipica di questi posti, gara 1 parte col botto: alla seconda curva, infatti, la Kawasaki di Loris Baz scivola innescando, come se fossimo in un bowling, la caduta della Suzuki di Lowes e, soprattutto, del campione del mondo Tom Sykes, suo compagno di squadra e costretto a vedere dai box i rivali lottare per avvicinarlo in classifica. Ad approfittare della caduta le due Aprilia che, forti di un mezzo che sin da venerdì ha dimostrato il proprio feeling con i rettilinei ed i veloci curvoni del circuito malese, iniziano una fuga a due firmata Guintoli e Melandri.

I due portacolori della casa di Noale battagliano lealmente, consapevoli della superiorità della loro moto. A far festa al traguardo è, per la prima volta da quando è salito in sella alla RSV4, Marco Melandri che, dopo aver preso la testa al decimo giro, non l’ha più mollata chiudendo davanti al compagno di squadra. Terza sul podio la Suzuki di Eugene Laverty, che precede di circa due secondi la Ducati di Chaz Davies e l’altra Aprilia, quella guidata da Toni Elias. Solo ottava la seconda Ducati guidata da Davide Giugliano, che chiude dietro le due Honda del team Pata guidate dagli inglesi Rea ed Haslam.

Continua il dominio Aprilia in gara 2

La seconda gara si rivela una gara sprint. Al quarto giro infatti, con le tre Aprilia di Guintoli, Melandri ed Elias ancora davanti a tutti, si rompe il motore del MV Agusta di Claudio Corti: il mezzo prende fuoco e la conseguente perdita di olio porta i commissari a sventolare la bandiera rossa. I piloti si trovano, così, ad affrontare una gara di soli 12 giri, con conseguenze su mezzi e gomme ignote ai più. In realtà le nuove condizioni non portano sorprese rispetto a gara 1: tale è la superiorità delle Aprilia che sin dai primi giri, salvo sorprese, appare inevitabile la seconda doppietta consecutiva.

In realtà un Elias in palla ed un errore di Melandri (scavalcato dalle due Kawasaki di Sykes e Baz), mettono molto pepe a questa seconda gara, con il ravennate che inizia un’entusiasmante gara ad inseguimento. Davanti scappa Guintoli, inseguito proprio dal compagno di squadra che, superato Sykes, intraprende un duello a colpi di sorpassi con il transalpino. Ad avere la meglio, dopo un ultimo giro al cardiopalma, è ancora una volta il pilota italiano che, a secco fino ad oggi, ottiene un’insperata quanto preziosa doppietta. Chiude il podio il solito Tom Sykes che, dopo il vuoto provocato di gara 1, corre da ragioniere come solo lui sa fare limitano i danni in un weekned comunque difficile per la Kawasaki. Lontane le Ducati, che confermano in gara le difficoltà palesate in tutto il weekend (ottavo Davies e decimo Giugliano).

Con questa doppietta Melandri rilancia la propria candidatura in ottica mondiale, ma anche Guintoli, nonostante i due secondi posti in volata, può ritenersi parzialmente soddisfatto (sono solo 13, infatti, i punti che lo separano dal campione del mondo Tom Sykes). Ed alle porte per questa super Aprilia c’è il Gran Premio di casa: tra due settimane si corre a Misano nel circuito intitolato a Marco Simoncelli. E Melandri, che paga ancora i disastri di inizio stagione ed ancora distante 54 punti da Sykes, è pronto a dare ancora battaglia alla caccia di uno storico inseguimento.