Foto: ANSA/JULIAN STRATENSCHULTE

Lo scandalo Volkswagen sta ancora tenendo banco. Come nelle previsioni non si fermano le polemiche relative alla casa automobilistica tedesca, accusata dall’EPA, Enviromental Protection Agency l’ente governativo statunitense, di aver falsificato i dati circa le emissioni inquinanti dei motori turbo-diesel quattro cilindri da 2.0 litri montati sulle vetture in commercio in nord America. Una news che ha provocato la perdita di migliaia di euro per Volkswagen, oltre alle dimissioni dell’ormai ex CEO Martin Winterkorn prontamente sostituito da Matthias Mueller, ex numero uno Porsche.

Nella giornata di ieri, finalmente, l’agenzia DPA ha svelato i modelli delle auto coinvolte in questo scandalo, che hanno poi trovato conferma dalla stessa casa teutonica. Ricordiamo, così, i mezzi (venduti dal 2009 al 2015) che montano l’ormai “famoso” motore diesel ES189.
Volkswagen: Golf, Beetle, Tiguan, Passat e Jetta; Audi: A1, A3, A4 e A6; Skoda: Fabia, Roomster, Octavia e Superb; Veicoli commerciali: Caravelle e Multivan, Caddy, Kombi, il pick up Amarok e il van Crafter.

In Italia, almeno al momento, gli automobilisti in possesso di un veicolo del Gruppo Volkswagen non corrono particolari pericoli, anche se nei prossimi giorni, come ammesso dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio al programma “Porta a Porta”, ci saranno “controlli a campione su mille macchine con motore diesel di tutti i marchi”.

Ma se in Italia spuntassero dei mezzi “incriminati”, a quanto ammonterebbe il costo per riparare gli stessi veicoli? Per fare chiarezza, se dovesse essere sostituito il software il costo di riparazione sarebbe esiguo. I costi, invece, aumenterebbero per un totale cambio della cosiddetta “centralina” (circa 100 euro) o, come scrive quotidiano.net (che cita l’Ansa), in caso di “una rettifica al pacchetto combustione-scarico”, per la quale servirebbero non meno di 5000 euro. Molto probabilmente, comunque, sarebbe Volkswagen a farsi carico delle spese, anche se, ripetiamo, in Italia (al momento) non si registrano casi di vetture con motore “incriminato”.