Una bagarre incredibile quella che riguarda l’abolizione del Pra (pubblico registro automobilistico) e sembra non voler finire a breve. Dopo vent’anni di discussioni il decreto nella “legge di stabilità” che sancisce l’abolizione del registro è sparito di nuovo e porta con se il “sogno” del documento unico sintetizzato nella Carta di Circolazione. Avremo quindi ancora a lungo a che fare con il Certificato di Proprietà a discapito del risparmio sia dello Stato che dei cittadini.

Resta dunque il Cdp e nella bozza del “ddl” si prevedeva, coerentemente con la già avviata soppressione delle province, anche la scomparsa dell’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione), sostituita dalla nuova “Iri”, Imposta regionale di immatricolazione, da pagare, al contrario di quanto accade adesso con l’Ipt, una sola volta, al momento della prima immatricolazione dell’auto. Anche su questo fronte però nulla cambia e l’odiatissima Ipt, da pagare ogni volta che si compra un’auto, nuova o usata, resta in vigore. Per finire la striscia di belle notizie ecco il bollo. Nulla di nuovo sulla tassa automobilistica più odiata, destinata alle casse delle regioni che possono aumentarla del 10% annuo. Il percorso del ddl è ancora lungo e qualcosa può essere ancora cambiato vediamo come andrà a finire.