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Nell’epoca delle pay-tv (le cosiddette televisioni a pagamento) la passione del tifoso è stata bellamente accantonata da qualche parte. Succede con il calcio, succede con la MotoGP, succede con la Formula 1. Proprio sul “Circus”, però, il mancato rispetto verso i tanti appassionati di motori supera, e di tanto, la decenza. La decenza di voler ammirare un Gran Premio dall’inizio alla fine. La decenza di voler ascoltare le interviste ai piloti Ferrari e addetti ai lavori. La decenza di captare tutte le emozioni che una gara può dare. Tutte cose, però, che con la RAI non avvengono.

DIRITTI TV A SKY
La Radiotelevisione Italiana, come tutti ben sapranno, il 6 giugno del 2012 ha perso i diritti esclusivi per mandare sulle proprie frequenze il Mondiale di Formula 1. Sky, infatti, è stata brava ad aggiudicarsi il pacchetto del “Circus”, che comprende anche GP2, GP3 e Porsche Supercup, ovvero le serie minori. Una decisione importante da parte dell’azienda presieduta da Murdoch che, così, per tre stagioni (con opzione di altri 2 anni) terrà incollati molti appassionati ai propri canali. L’accordo prevede la diretta in esclusiva di prove libere, qualifiche e gare di 10 dei 19 Gran Premi presenti in calendario, che andranno in onda anche sulle reti RAI, ma solo in differita. Dunque, in base agli accordi, la TV di stato italiana avrà l’occasione di trasmettere tutte le prove e la gara dei rimanenti 9 Gran Premi.

Il punto, comunque, non è questo, anche perchè giusto dare un servizio agli abbonati di Sky che spendono molto nel corso dei mesi. Il problema sorge, tuttavia, quando la RAI manda in onda le gare in differita, mostrando un mancato rispetto verso gli appassionati che, per un motivo o per un altro, non posso permettersi Sky. Ieri, dopo un commento ineccepibile del Gp di Russia, “mamma” RAI ha pensato bene di mandare in onda la pubblicità al termine della gara, per poi dedicare un solo minuto al podio, senza nessuna intervista a piloti e addetti ai lavori. Una decisione che non è piaciuta a una parte dei tifosi italiani, che si sono sentiti presi in giro dallo strano avvenimento.

Ricordiamo che la RAI, essendo televisione di Stato Italiana, fa pagare profumatamente un canone annuale ai cittadini che, in un certo senso, garantiscono denaro fresco nelle casse della Radiotelevisione Italiana. Capiamo la crisi economica, capiamo il costo esoso dei diritti TV. Quello che non riusciamo a comprendere è come la RAI non assicuri un servizio totale agli spettatori. Almeno sui motori.