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Che l’introduzione del bollo sui veicoli storici ultraventennali fosse una mossa poco astuta del Governo, lo si sapeva da tempo, ma adesso la conferma è totale. Infatti, gli effetti della Legge di Stabilità approvata tempo fa, che comprendeva anche la tassa sui mezzi “datati”, fino a questo momento sono stati devastanti. Lo si capisce bene, qualora ce ne fosse ancora bisogno, da un articolo di qualche mese fa a firma di Pierluigi Bonora su ilgiornale.it.

Lo stesso Bonora, a proposito dell’evento “Legend Cars” del mese di maggio, parlava anche del dibattito promosso da #ForumAutoMotive, movimento da sempre punto di riferimento per gli appassionati, incentrato sull’inserimento della tassa sui veicoli con età compresa tra 20 e 29 anni. Alla discussione erano presenti il presidente di Asi (Automotoclub storico italiano) Roberto Loi, Paolo Zabeo della Cgia di Mestre e Fulvio Zucco di Ruoteclassiche.

Proprio Loi, già a lo scorso maggio, come riportava ilgiornate.it, sulla questione bollo auto, si era detto preoccupato: “Nel 2015 abbiamo perso 50.000 dei nostri 214.000 soci. E quest’anno la situazione non è cambiata: un altro 7% ci ha già lasciati. Prevedo che, al 31 dicembre, un ulteriore 3% farà lo stesso. La decisione del governo è iniqua, visto che l’erario incasserà molto meno di quanto ha stimato, proprio perché molto auto vengono rottamate oppure vendute. Una vera beffa che sta decimando e distruggendo un autentico tesoro. E il gettito stimato dal fisco, circa 78,5 milioni, si ridurrà solo a qualche briciola”. Insomma, una situazione che sta letteralmente devastando uno straordinario mondo, come quello delle vetture storiche, se si considera anche la decisione (da parte di molti appassionati italiani) di vendere il proprio mezzo a “colleghi” stranieri, specialmente cinesi.

In questi giorni, poi, si sta parlando dell’abolizione del bollo auto per dare una mano al trasporto privato. La tassa, come scritto nei precedenti articoli, sarebbe sostituita da un aumento delle accise sui carburanti. La proposta, annunciata dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, però non piace alla Cgia di Mestre, perché danneggerebbe tutti quei cittadini che, per lavoro, totalizzano più di 20.000 chilometri annui e quei conducenti di una piccola utilitaria che viaggiano per più di 15.000 chilometri l’anno.